chi sono
"...il corso del mondo ottiene vittoria su ciò che in contrapposizione ad esso costituisce
la virtù. Ma esso non trionfa su alcunché di reale. Trionfa del pomposo discorrere del bene
supremo dell'umanità e dell'oppressione di questa, del pomposo discorrere di sacrificio per il bene
e dell'abuso delle doti. L'individuo che dà ad intendere di agire per tali nobili scopi
e ha sulla bocca tali frasi eccellenti, vale di fronte a sè come un'eccellente essenza, ma è
invece una gonfiatura, che fa grossa la testa propria e quella degli altri, la fa grossa di vento"
(G. Hegel)
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A dispetto degli argomenti trattati in questo sito, e per buona pace di coloro che mi chiedono continuamente
lumi sull'argomento, dico subito che non sono un esperto SEO e non considero questa materia
particolarmente interessante nè avvincente.
Si tratta di un mondo troppo spesso popolato di
ragazzini in preda a delirio d'onnipotenza, che si divertono
a fare spam sui motori di ricerca per dimostrare come è possibile imbrogliarli.
Penso che il redattore di un sito web dovrebbe occuparsi di
scrivere e produrre materiale genuino, lasciando che i motori di ricerca svolgano il proprio lavoro.
Questa considerazione, con i distinguo che sono poi oggetto di questo sito, vale anche per le attività
commerciali che operano su internet.
La mia propensione per l'informatica è di tipo genetico, e precede nel tempo
il suo prepotente affermarsi nei più disparati campi dell'attività umana.
Alla fine degli anni '90, con il diffondersi di Internet -strumento straordinario che ha abbattuto
d'un colpo le distanze e reso disponibile a tutti una fonte inesauribile di conoscenze-
lo sviluppo di applicazioni web divenne il mio interesse predominante.
Nonostante scriva codice da più di trent'anni,
non mi ritengo un programmatore in senso stretto. Talvolta trovo gli ambienti informatici particolarmente
ottusi, pedanti, privi di inventiva; ambienti dove la consuetudine, l'eccessiva attenzione per la forma,
l'ossessione per le regole finiscono per deprimere la fantasia e frenare l'innovazione.
Arte e scienza non sono molto dissimili. Entrambe sono forme di rappresentazione della realtà,
mosse da finalità diverse -estetiche la prima, cognitive la seconda- ma solo in apparenza:
i prodotti dell'ingegno nascono tutti indistintamente dal bisogno innato di difendersi dalla natura,
dal suo sovrastare quanto ci è consentito conoscere di essa.
La forma d'arte che più si avvicina alla programmazione web è la musica. Anch'essa
si fonda su un linguaggio articolato, su norme che mutano nel corso del tempo, su una sintassi della quale è richiesta estrema
padronanza. Ma giunge un punto in cui tutto ciò non è più sufficiente:
allora si rende necessario dimenticare
le regole, o trasgredirle volutamente per esplorare nuove vie e produrre qualcosa di più significativo;
e quel qualcosa si va poi ad aggiungere alle regole stesse, alla prassi consolidata.
In altre sezioni del sito tenterò di offrire esempi concreti, esplicativi di questo concetto. Per ora, bastino queste note
di carattere generale:
- L'abitudine trae spesso in inganno. Alcuni luoghi comuni ritenuti a prima vista inconfutabili si dimostrano errati ad un'analisi più approfondita.
- I percorsi di sviluppo -o flussi- non sono lineari, ma circolari. Ogni progredire deve tenere bene a mente l'esigenza finale: ad un certo punto è necessario chiudere il cerchio.
- Non esiste problema complesso che non possa essere suddiviso in più problemi semplici.
- La logica dei linguaggi di programmazione è una logica umana. Se non si commettono errori logici, in qualsiasi momento troveremo gli strumenti più appropriati per affrontare i singoli problemi.
- Il codice non deve mai contenere inutili duplicazioni e deve raggiungere il massimo di astrazione possibile, per poter essere riutilizzato.
- Il codice deve poter funzionare correttamente non solo allo stato attuale, ma anche nei cambiamenti successivi del contesto nel quale opera.
- Pensare molto e scrivere poco.
- Quando ci si accorge di aver sbagliato impostazione, occorre avere il coraggio di cambiare tutto prima che i danni siano irreparabili.
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